Accompagnare i figli nella fede

Se parecchi genitori non si curano troppo dell’educazione religiosa dei loro figli, altri appaiono vivamente impegnati e preoccupati di trasmettere delle buone abitudini, comprese le pratiche religiose.

Le cose da non fare

I genitori credenti e praticanti vanno in panne e magari si sentono in colpa quando vedono che i loro figli prendono apertamente le distanze da loro e dalla fede ricevuta da bambini. «Che possiamo fare?», si domandano. Nello stesso tempo stanno accorgendosi di non potere ancora a lungo imporre queste abitudini a dei ragazzi che crescono e non lo vogliono più. Sanno ormai molto bene che l’obbligo viene percepito dai ragazzi come un peso, e che insistendo si rischia di provocare in loro il disgusto e l’abbandono definitivo della pratica cristiana.

Felici della nostra fede

A questi genitori (e catechisti) resta soprattutto, ed è molto, la possibilità di dire con schiettezza ciò che pensano, ciò in cui credono e perché. Presentarsi agli occhi dei figli come cristiani convinti e credibili, soddisfatti e felici della propria fede. Questo è certamente un inizio importante. È ciò che chiamiamo testimonianza. E vale tanto, anche se non è fatto di mille parole e incoraggiamenti.

Una testimonianza nata dalla vita

Ma attenti che questa testimonianza non sappia di costruito e di artificiale, messa in scena in funzione di loro. I ragazzi sono furbissimi. Accettano anche i nostri limiti, ma non la nostra ipocrisia. Il più delle volte infatti non c’è nemmeno bisogno di dire tante parole. La nostra fede nasce dalle scelte di vita, e la trasmettiamo anche solo con gli occhi, col sorriso, con il nostro modo di rapportarci e di accogliere.

Cristiani a modo loro

Alle volte vorremmo che i nostri ragazzi fossero come noi, e nello stesso tempo magari diversi da noi. Comprendiamo che hanno il diritto di essere cristiani a modo loro, quanto più trovano un loro spazio in quella fetta di Chiesa che è la parrocchia.

Spesso di fronte alla fede, se conosciuta e vissuta nel modo giusto, si dimostrano spontaneamente più evangelici, più schietti, più coerenti e genuini di noi.

Che sarà di questi ragazzi?

È la preoccupazione di tutti i genitori consapevoli. Essi li vedono fragili e pieni di sogni fantasiosi, ma anche ricchi di risorse destinate a fiorire. Per questo davanti a loro si manifestano credenti, fiduciosi che anche loro potranno esserlo. Preparano il terreno, portando nel cuore la certezza che anche in loro potrà crescere qualcosa di bello per Dio.

    UMBERTO DE VANNA