La nostra Babele

A partire dalla copertina di Dossier Catechista, la catechista Luisa improvvisa un dialogo con i propri ragazzi. Un incontro ben riuscito.

Un’immagine forte

Luisa ha l’occhio clinico. È bastato uno sguardo al gruppo, all’ingresso, per notare Luca e Filippo, amicissimi, distanti e imbronciati. Così, prima di iniziare l’incontro, appoggia sul tavolo l’ultimo numero di Dossier Catechista. Angelica, colpita dai colori accesi della copertina, è curiosa.

«Che cos’è?», chiede indicandola. Luisa alza la rivista affinché tutti possano vederla e rilancia: «Secondo voi?».

«C’è gente che lavora», dice Gianni. «Sì, ma sono tutti arrabbiati», esagera Toni. «Al fondo c’è una grande costruzione», nota Aurora. «Ma se litigano non verrà fuori granché», conclude Erika.

Luisa dà un indizio. «È il disegno di una storia della Bibbia».

«La torre di Babele!», urla Fulvia, come se avesse aperto il pacco vincente ad Affari tuoi.

Senza capirsi più

Non tutti conoscono la vicenda, ma è presto raccontata: gli uomini sfidano Dio nel costruire una torre alta fino al cielo, senza riuscirci. Parlano lingue diverse e non si capiscono più.

«Ma è una delle storie del mio videogioco preferito!». Giorgio si è svegliato.

«Sì, ma è roba vecchia. Oggi si fanno grattacieli altissimi!», minimizza Andrea.

«Eppure, anche quelli non riescono a toccare il cielo», ragiona Federica.

«Già». Luisa prova a spiegare. «All’autore non interessano tanto le costruzioni. Vuol dirci che gli uomini a volte si mettono al posto di Dio, pretendendo di dominare la natura e gli altri».

Al gruppo vengono in mente episodi di terrorismo, guerra, razzismo. L’umanità ha ancora tanta strada da fare!

Un messaggio per noi

«Questo racconto può insegnare qualcosa anche a noi?», stimola Luisa.

«Sì – risponde subito Aurora -. Come quando uno dice delle cose brutte e cattive a un altro».

«Io gli darei un bel pugno», sbotta Andrea.

«Peccato che da un pugno ne nascono altri cento, se tutti risolvono i problemi con le mani», dice Luisa, convincente: «Piuttosto, avete notato che tutti gli insulti sono bugie? Cosa ne sappiamo della vita di un altro, per giudicarlo o definirlo stupido? Anche se parliamo la stessa lingua, difficilmente capiamo i motivi delle sue azioni».

Luca e Filippo finalmente si stanno guardando. Sembrano toccati dal discorso.

Lo Spirito della pace

«E se abbiamo sbagliato, come possiamo rimediare?», insiste Erika.

«Nella Bibbia il peccato di Babele trova la risposta il giorno di Pentecoste: si trova la pace lasciandosi guidare dallo Spirito di Dio. Quando smettiamo di parlarci e di comprenderci, ci perdiamo soltanto noi. Quando sappiamo chiedere scusa, possiamo ricominciare».

Uscendo, Luisa segue Luca e Filippo con lo sguardo. Una stretta di mano scongela il loro sorriso. Sorride anche lei, sperando che anche nel mondo degli adulti si faccia così.

Pierfortunato Raimondo

PER L’APPROFONDIMENTO

□ «Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come pesci, ma non abbiamo ancora imparato a vivere come fratelli» (M. Luther King). Perché è così difficile? Quali ostacoli e scuse troviamo?

□ Babele/Babilonia nella Bibbia sono simboli del male, che si manifesta nell’incomunicabilità. Ma quale ne è la causa? L’indifferenza? L’ignoranza? La distanza da Dio? L’egoismo?

□ Quali messaggi del mondo degli adulti distolgono i ragazzi dalla costruzione di rapporti rispettosi e amichevoli? Come possiamo educarci ai valori evangelici?