Nessuno è felice da solo

Non sempre i ragazzi sono entusiasti di venire a catechismo. Tocca al catechista non deluderli, aiutarli a trovarsi bene con gli altri ragazzi, felici di fare gruppo.

Il catechista accogliente

Matteo, 9 anni, non vuole più andare a catechismo.  Chiedo perché alla mamma e mi dice che Matteo ha provato ad andarci, ma non si è trovato bene. Quest’anno ha  già cambiato scuola e a catechismo non conosce nessuno. La catechista non lo ha più cercato. Ma un mese dopo Matteo convince un compagno di classe ad andare a catechismo con lui e ora ci vanno insieme.

La felicità di un bambino

 Lo scrittore e insegnante Alessandro D’Avenia scrive: «Nell’atrio della mia scuola alla fine dell’anno è apparso un albero, con il tronco e i rami di compensato e le foglie di carta multicolore. In cima all’albero è scritto: “Felicità è…”. In ogni foglia è contenuta la risposta di un bambino. Mi sono fermato a leggere una per una quelle foglie, quasi fosse il responso nell’antro della Sibilla cumana. E ho scoperto che la felicità per i bambini non solo è semplicissima, ma è soltanto relazionale. Tutte le foglie sono dedicate ad altri: familiari e amici. Nessuno di quei bimbi è felice da solo».

Certo, la felicità di un ragazzo è legata in prima istanza alla sua famiglia, all’amore di papà e mamma, al senso di sicurezza che gli assicurano. Ma anche la catechesi può contare su questo bisogno innato di relazionarsi di ogni ragazzo.

Il bisogno di stare con gli altri

Nella catechesi è fondamentale essere accolti con simpatia, impegnarsi con i ragazzi a costruire una bella vita di gruppo. E per riuscirci si può contare su questo bisogno innato dei ragazzi di trovarsi con gli altri, di stare con qualcuno che li fa sentire bene.

Da questo punto di vista è importantissimo il primo impatto con il catechista e con il loro nuovo gruppo di amici. Ma poi ogni incontro dovrebbe trasmettere la sensazione di trovarsi tra persone accoglienti e amiche, chiudere sempre quasi a malincuore, desiderosi di rivedersi, perché lì c’è qualcosa che piace, che ti rende contento.

Questo è Vangelo

Questo nostro modo di fare è già Vangelo vivente. Dal modo con cui ci rapportiamo con loro, da come li aiutiamo ad accogliersi, ad aprirsi con fiducia e a fare amicizia tra di loro, passa anche la nostra proposta catechistica.

Ogni catechista, direttamente o indirettamente, è così che si fa testimone del Figlio di Dio, della gioia del Vangelo. È così che il parlare di Gesù e della sua esperienza, delle sue parole avranno un senso e potranno trovare accoglienza.

Questo clima bello e accogliente di amicizia non lo dimenticheranno più. Sappiamo che non sarà facile per loro ritrovare nella scuola superiore o sul lavoro la stessa armonia. La società è in gran parte organizzata sul «fai da te», sul «si salvi chi può» e non sul senso evangelico della solidarietà e dell’apertura all’altro.

Cari catechisti, preparando il nuovo anno, pensiamo prima di tutto a come fare per non deludere i ragazzi che cominciano l’avventura catechistica! Proponiamoci sin d’ora di renderli felici con la freschezza della Parola che il Signore ci affida, ma ancor prima dando risposta al loro desiderio di stare bene insieme.

Umberto De Vanna