Quando il catechista è un leader

I catechisti, mentre accolgono i ragazzi e gli adulti, devono sentirsi essi stessi accolti con simpatia. Per avere seguito, per riuscire a dare forma al loro gruppo catechistico. Essi trasmettono entusiasmo e fiducia, fanno capire con la loro presenza che tutto andrà bene.

 

Conoscere chi avviciniamo

Sia con i ragazzi che con gli adulti, la prima condizione per esercitare la nostra leadership è quella di conoscere chi abbiamo davanti, capire che cosa desiderano, di che cosa hanno bisogno, quali sono i loro interessi, i loro gusti, che cosa si aspettano dal nostro incontro o dal catechismo. Magari prendere atto della loro stanchezza o addirittura del loro rifiuto e della loro indifferenza.

 

Metterci dalla loro parte

I catechisti incontrano le persone e i ragazzi ed essi hanno l’impressione di essere conosciuti da sempre, personalmente. Stabiliscono un buon rapporto con tutti. Entrano in empatia, quella che li rende capaci di capire il loro stato d’animo, che li fa mettere nei loro panni. Evitando di dare su di loro giudizi negativi in partenza, accostandoli senza prevenzioni, senza chiusure, disponibili a prestare attenzione alle loro attese e ai loro problemi.

 

Chiarezza sugli obiettivi da raggiungere

Se il catechismo viene tante volte accostato al simbolismo del viaggio è perché sarebbe un guaio, se prima di una partenza e di un nuovo inizio il catechista non avesse ben presenti la meta che vuole raggiungere o non conoscesse con chiarezza l’itinerario. Solo così saranno i primi a credere in ciò che propongono, avendo le idee chiare sugli obiettivi da raggiungere, sapendo dove vogliono condurre chi accompagnano.

 

Certezza sui valori da trasmettere

I catechisti sanno di avere qualcosa di vero da «vendere», da proporre. Nessuno più di loro sa quanto i valori del Vangelo possono trasformare una vita, renderla felice e realizzata. Per questo non hanno paura di parlare di sé in termini veri, anche della propria fede. E lo fanno senza imbarazzo e senza mettere in imbarazzo. Lo fanno in tutta spontaneità, con sicurezza e gioia.

 

Dei simpatici e abili comunicatori

Certe qualità sono spesso innate in chi s’impegna in un’attività di animazione o di volontariato. In ogni caso ogni catechista dovrebbe sforzarsi di avere la capacità di coinvolgere e creare appartenenza. Soprattutto dovrebbe creare un bel feeling, un clima di leggerezza e di bellezza, la facilità di sorridere e far sorridere. Lasciando in tutti la sensazione piacevole di vivere insieme una stessa bella esperienza.

UMBERTO DE VANNA